Pagine per volare
 
2013 Trittico 70x160 cm, acrilico e cartapesta
 
1000 €
 
Betti Failla
 
Le Trame e gli Incanti nella pratica artistica di Betti Failla.
 
La natura mostra costantemente le sue meraviglie, di cui le anime belle colgono l’essenza e ne plasmano forme da cui emergono gli aspetti del costante mutamento, insieme a quelli di una permanenza estatica della visione.
Fermare il tempo, in un fare che è un muoversi entro il fluire perpetuo delle stagioni, ordinando elementi o, al contrario, confondendo, confrontando, compenetrando ciò che è singolare, isolato, complesso nella sua semplicità, quotidiano, ricco di povertà e per questo gratuito, comune e sublime al tempo stesso.
Betti Failla è un’artista che vive circondata da elementi naturali, di cui si nutre e che riprende e reinterpreta secondo un sentire magico, intuitivo, arcaico, giocoso e libero da impostazioni scolastiche o da correnti artistiche codificate.
Betti Failla, nel suo “mondo magico”, ritrova antiche pratiche ed antichi percorsi dell’umano sentire, che la portano a produrre elementi archetipici capaci di emozionare, di far affiorare memorie complesse di un inconscio collettivo caldo, materno e unificante.
Con gli innumerevoli elementi della “madre terra” l’artista si cimenta in un lavoro d’intarsio, di ricucitura, fatto di tagli ed intrecci, di aggregazione e rarefazione della materia, riformulando la sintassi della natura ed offrendo nuove visioni per nuovi occhi.
La sua opera, costante e convulsa, prende vita nelle sue mani, mentre si creano merletti di foglie, si tendono fili dorati tra mondi separati, si susseguono perle di pioggia tra spazi di-versi, si liberano ali colorate che seguono i percorsi verticali di improbabili torri di pietra.
Equilibrismi scultorei vivono l’attimo fuggente di uno sguardo, tra onde di emozioni sempre tempestose e stranianti.
La visione delle opere di Failla ci riporta al bisogno di perdersi per ritrovarsi, in un mondo incantato dove sopravvivono le emozioni delle favole e del nostro essere bambini pieni di meraviglia e di stupore.
Arte come racconto, come gioco e come terapia del desiderio; un desiderio assoluto che si ritrova in ogni opera dell’artista che narra di un Paradiso perduto, di un Altrove che è sotto i nostri occhi, ciechi all’antica capacità di vedere l’infinito estatico che ci circonda.
La nostra artista è una sorta di fata dei boschi dalle mille magie, che incanta con la sue tracce d’arte disseminate nel tempo e nello spazio delle sue diverse stagioni.
Arte infine come Eros e come continuo divenire, in una rinascita del senso che passa attraverso il recupero di ciò che ha realmente valore: l’attimo, la passione, il piacere di vivere la vita come una danza continua, come un canto riconoscente, come una preghiera infinita.
 
Vincenzo Ampolo
 
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